mercoledì 29 maggio 2013

STAZIONE DELLA BULLONA - Scusate un secondo, ma pensate che non ce ne accorgiamo?

Se c'è una cosa più inurbana dell'inurbano è il procedere, ostinatamente e senza sosta, nella direzione contraria al buon senso e al civismo, pur dopo aver finto di aver inteso dei messaggi che erano stati veicolati in maniera corretta.

A noi spiace molto, perché stiamo parlando della Stazione Bullona delle Ferrovie Nord di Milano, già trattata su questo blog e molto amata dal sottoscritto e dal quartiere che la circonda.

Attorno questa piccola palazzina liberty si sono scritte e dette fin troppe cose. Assicurazioni riguardo la destinazione d'uso, scuse, contro scuse, idee, voli dello spirito, proclama istituzionali, articoli di giornale, lettere al Corriere, di tutto.

Non si riesce a capire com'è che possano credere che non ce ne accorgiamo: l'hanno sventrata in pochi giorni, hanno segato la vecchia balaustra novecentesca e, cosa ancora più grave, il cantiere è aperto senza alcun cartello che indichi natura, tempi, committenza, responsabilità e costi dei lavori.

In pratica domani potremmo scoprire che il ristorante lì affianco, quello che l'aveva recintata per poi installarvi un bancone da bar da lasciare abbandonato, ci sta costruendo i propri cessi, oppure che l'oratorio ha recuperato uno splendido luogo dove fare rimessaggio di bici e motorini, dopo l'utilizzo dell'area a parcheggio. Il tutto senza preavviso, senza dir niente, come se fosse giusto e concepibile.

Come sempre: avanti così, avete tutto l'appoggio di non si sa bene chi. E non si sa nemmeno bene chi siete, visto che manca il cartello che, crediamo, la legge vi imponga di esporre.




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