giovedì 16 maggio 2013

ATM - Quelle cose un po' così..

Ok, ok, trovare qualcosa che non va nell'ATM è come sparare sulla croce rossa, ma quando una municipalizzata riesce ad inanellare il record d'inefficienza e carenza di servizio bisogna pur celebrare.

Cercherò di farlo senza tediarvi come al solito. Lascio parlare le immagini con qualche didascalia.



Quello che una volta si chiamava Jumbo Tram e ora (chissà perchè poi) si chiama Sirietto è l'emblema della miopia progettuale. Nato per percorrere vie e incroci trafficatissimi e rarissime vie preferenziali, questo veicolo lungo 35 metri con costosissimo parabrezza aerodinamico (!!!) da qualche anno accorciato a (soli?) 25 metri e con vetro piatto è evidentemente la prima causa di congestione degli incroci. La logica di diminuire i conducenti e aumentare la capienza dei mezzi poi ha peggiorato il mostro: attese lunghe, saune fuori stagione o mezzi con 4 motori che viaggiano caricando solo 15 persone. Alla faccia della prosopopea Morattiana: 'abbiamo il tram più lungo d'Europa'.

Ma al di là di tutto ciò, e rimpiangendo l'agilità e l'intelligenza dei vecchi tram, quel che vi mostro è l'abbandono, la pericolosità e l'inadeguatezza normativa che l'ATM riserva al pubblico milanese, noi.

Ad occhio e croce mancano completamente gli estintori (d'obbligo per legge) però c'è la maniglia di carnevale, quella che ti frega nel fragore di una risata generale (infondo la gente paga il biglietto). C'è una sola obliteratrice in coda (parliamo di 3 vagoni) e una vecchia del tutto inutile. Per non parlare dell' unica entrata per gli handicappati che oltretutto non riusciranno mai a salire sulla pensilina in mezzo alla strada.


Ma veniamo ai mezzi strategici del trasporto comunale. Ecco a voi la MM che non si accontenta di regalare l'ebrezza di tempi d'attesa di 15 minuti alle ore 20.00, ma condisce la cosa con quel pizzico di cinico sarcasmo tutto municipale, chiudendo tutte le entrate salvo una.

Qui siamo a Cairoli la sera (non la notte). Delle 5 entrate (o uscite se siete ancor più di fretta) una sola è aperta. E' molto chiaro, anche perché indicato da un cartello in ogni scala: 'Utilizzare l'ingresso lato-angolo Standa'. Non vi ricordate una Standa in Cairoli? Chiedete ai vostri genitori. Comunque finché c'é la salute chi se ne frega di 50 metri in più o in meno.

Nel caso invece non abbiate la gamba atletica e vogliate sperimentare l'ebrezza della primordiale rampa mobile (ATM si ostina a non investire in ascensori), allora sono cavoli vostri. La strada è sbarrata e probabilmente non c'è il personale per assistervi (a Milano in una stazione standard ci sono solitamente 2 impiegati a differenza di Parigi, numerosissimi, e di Berlino che ha personale anche sui binari).

Fin qui un paese del terzo mondo, ma  l'italianità viene subito fuori quando si tratta del vile denaro. Il primo indizio è la poverata che l'azienda municipalizzata perpetua negli ATM Point. Se sei un comune viaggiatore (proprio il genere che maggiormente necessita assistenza, chiarimenti e informazioni), per accedere all'ufficio vicino ai tornelli non hai altra scelta che uscire dalla stazione perdendo il biglietto. Eppure l'entrata con le fotocellule è anche all'interno della stazione. Si però è bloccata. La foto che vi sareste aspettati non c'è. Mi volevano sequestrare il telefonino..motivi di sicurezza!

Poi c'è il capitolo Bike Me. Vi siete mai chiesti che bisogno c'era di comprare bici e servizio da un produttore francese (quello che fornisce il servizio a Parigi)? E come mai per ogni parcheggio Bike Me c'è un orrendo manifesto luminoso rotante di una nota multinazionale della comunicazione? Perché la fornitura del servizio è uno scambio tra concessioni e biciclette. Il che potrebbe essere equo se non devastasse la città di pubblicità. Lo stesso vale per le nuove pensiline. Dov'è il problema allora? Il problema è tutto nell'onestà intellettuale di chi vi spiega quante belle cosine ci vengono date in cambio dell'aumento del 33% del biglietto, mentre gli investimenti seri di manutenzione, messa in sicurezza, accessibilità alle categorie protette non vengono eseguiti.

E così ATM riesce a farci sorridere ogni giorno. Ad esempio ricordando che non cambia le scale mobili dal 1964 e che per ripararle chiede tempi biblici (foto scattata a marzo). Pertanto non stupitevi se per risalire in superficie dovete fare un po' di movimento. Magari avete 80 anni, venite valigiati dall'aeroporto dopo 30 minuti di 73 o siete incinta.




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