venerdì 21 dicembre 2012

OGGETTI BRUTTI #1 - Il tavolino floreale di ghisa.

Apriamo una nuova rubrica: Oggetti Brutti. Si comincia con questo orripilante eppur diffuso modello di tavolo da esterni in ghisa, decorato con motivi floreali. Se vi chiedete il perché della scelta, evidentemente non avete buon gusto o non vi siete mai fermati a pensare ai motivi per odiarlo.
Prima di tutto la superficialità con cui viene usato il termine "tavolo", che implica la presenza di una "tavola", ovvero una superficie con una funzione specifica, per esempio appoggiarci un drink. Ecco, il tavolino floreale in ghisa presenta una superficie, ma piena di asperità legate al decoro ed al materiale, la ghisa.
Secondo poi la ghisa, a parte il caso di termosifoni accesi, è fredda, anzi freddissima, e spesso questi tavolini sono accompagnati da sedie fredde, freddissime. (Sieditici tu d'inverno)
Terzo, il peso che nel momento in cui posizionerai questo oggetto in un qualsiasi luogo, non riuscirai più a smuoverlo, e lì rimarrà, per punirti.
Quarto, i fregi Liberty della Milano di Porta Venezia, sono fighi ed utili solo in quanto decorativi, non è che te li puoi rivedere nei tavolini e sperare nello stesso effetto.

PS: il prossimo articolo della rubrica OGGETTI BRUTTI, sarà dedicato alle foto mosse.

giovedì 20 dicembre 2012

LA NORMALITA' ITALIOTA - Il semaforo dei Flintstones.

Di solito mi compiaccio davanti a esempi di riuso e riciclaggio. Quando però il design dell'arrangiarsi è chiaro segno di strafottenza e provocatorio atto d'indecenza provo solo rabbia e sconcerto.

Ecco a voi il semaforo dei Flintstones. Dondolantemente sostenuto da resti di pavè e cemento in decomposizione ingabbiati in una piattaforma da vigile ormai inscheletrita. A condire il tutto spago e fil di ferro a profusione come fosse un pacco regalo. E sputo dei passanti, sempre più invogliati dalle istituzioni a tenere un atteggiamento civile.

Per la cronaca il semaforo in questione è lì da 10 anni o più. Anche quando per legge europea sono state cambiate le lampade non si è proceduto a una sistemazione.

A contorno, in subordine ma non troppo, la desertificazione delle aree verdi: vittime di calpestio, foglie morte mai rastrellate e deficit permanente di innaffiatura..come faranno all'estero ad avere quel verde là...misteri...

LA CABINA DELL'ORRORE - Proprio quando lasci a casa l'iphone.


Le immagini parlano da sole. Giustificazioni per questo degrado non hanno molto senso. Forse le uniche ma improbabili sono il mantenimento del luogo del delitto in attesa di un pigrissimo magistrato o l'installazione di un artista molto, molto decadente.
Intressante invece è capire perché questa cabina sia ancora incredibilmente in piedi.

Tre le risposte. La prima: la cabina Telecom ex Sip ex, Stipel è un prodigio di resistenza meccanica. Reggerà in eterno fino all'ultimo bullone. La seconda: quando un oggetto è troppo degradato invita alla pietà e non all'accanimento di ultrà e teppisti che viceversa l'avrebbero asfaltata. La terza, la più importante, è che esiste un contratto di mantenimento di una certa quota di cabine telefoniche per non perdere la gestione dello spazio (demanio) su cui sono ubicate.

Significa che presidiando la parte di area calpestabile con cabine più o meno decenti e funzionanti, il gestore può eventualmente usare in futuro quello spazio per altre, future installazioni e/o servizi. In poche parole questo accrocchio è una roccaforte, parte di uno scenario alla 'Deserto dei Tartari'. Nel frattempo però il teatro urbano ne risente, come un marciapiede risente di una permanente deziezione canina.

PS
Inutile dire che quel che resta dell'apparecchio telefonico non funziona.
Però, come ogni oggetto abbandonato, anche questo ha una pratica funzione sostitutiva: orinatoio notturno.