mercoledì 30 maggio 2012

STAY URBAN #4 - The Brutal Simplicity of Thought.

In quanto blog dedicato al degrado urbano ed agli errori progettuali, non possiamo esimerci dal presentare esempi di genio creativo, così da dimostrare come possa essere possibile vivere meglio.
Caso lampante è progetto The Brutal Simplicity of Thought promosso dalla M&C Saatchi, un'organizzazione di imprenditori (citando le loro parole) "progettata per essere allergica alla burocrazia e alla comodità dello status quo".

Il progetto consta di un libro virtuale, che può essere acquistato o scaricato gratuitamente (speriamo legalmente), che racconta come alcune intuizioni abbiamo cambiato la nostra vita e come, attraverso l'accumulo di brillanti idee di singoli individui il benessere collettivo sia in continuo aumento. Il libro è pure bello e (come noi) chiede di contribuire alla "mappatura" dei pensieri che hanno migliorato la nostra vita.

Ma la cosa più grande di tutte è il messaggio veicolato: è più difficile, ma utile, semplificare che complicare.

giovedì 24 maggio 2012

PIAZZA MACIACHINI - Tutto sbagliato, tutto.


Ecco a voi Piazza Maciachini, periferia Nord di Milano (abbiamo parlato di un luogo molto vicino a questo in un post dedicato ad un'area giochi di nuova costruzione e di dubbio gusto). E' l'area evidenziata dal poligono rosso nella fotografia sottostante. 
 Un bel piazzone, ampio con del verde in mezze ed una buona viabilità...dall'altro...in realtà uno scempio fatto e finito. Permettemi di spiegarvi cosa sia vista da terra, seguite i numeri sulla mappa (cliccate per ingrandire) e successivamente confrontate le foto scattate in un sabato mattina.
 



1. Entrata nell'area verde in mezzo alla piazza, attraverso rotaie del tram, prefenziali per taxi, dopo aver superato quattro corsie dedicate al traffico ordinario.







2. "Visione" della facciata della scuola elementare (che quest'anno compie cento anni) privata della propria funzione di facciata da altre rotaie per tram e un filare di alberi mal curati, che aumentano la voglia di distogliere lo sguardo.




3. Di fronte alla facciata, ecco spuntare i serbatoi per l'acqua, ben addobbati da sticker di street artist (vedi anche foto sotto), su cui non mi sono ancora fatto un'idea estetica, anche perché sono concentrato su due aspetti: il primo è che dalla foto 1 non si vedevano, perché seminascosti da un verde che, quando muore non viene sostituito lasciando il dubbio che nessuno abbia idea se sia giusto nasconderli o meno...





4. Il secondo aspetto che mi perplime riguarda le dimensioni e quanto spazio rubino al parco che potrebbe stare al posto loro, ma certamente hanno una funzione, indi, meglio tacere.


5. Dall'altra parte della piazza, separata dalla circonvallazione (qui siamo a 8 corsie per automobili, più spazio per accostare/parcheggiare), c'è una palazzina del primo Novecento dedicata all'acqua potabile, abbandonata a se stessa, esclusa dal "disegno" della piazza, ma rincuorata dall'amico serbatoio della SIAD - Società Italiana Acetilene e Derivati.



6. Lo slargo cementato attorno alla fontanella che, forse non l'avete notato, ma è fatalmente decentrato, non so se per voi è lo stesso, ma a me urta!






Ora, se il tour non vi ha stancato troppo, permettetemi una digressione storico/urbanistica, che in realtà deriva dall'osservazione della piazza stessa. Quando gli Asburgo arrivarono a Milano era nella seconda metà del 1700, Maria Teresa era Imperatrice e una cinta muraria (i cosiddetti Bastioni) proteggeva la città da attacchi esterni. Le porte, con le proprie pusterle, servivano da casello d'entrata. Milano aveva una pianta simile a quella attuale, circa un cerchio, solo molto più piccola; si estendeva fino all'attuale circonvallazione interna. Al crescer della città, nel corso dei due secoli successivi, Milano ha perso i Bastioni, ma sembra aver guadagnato una nuova "muraglia" che, al contrario della prima, previene l'uscita, invogliando a non essere valicata verso l'esterno: la circonvallazione esterna. Ed anche questa nuova muraglia ha i suoi "caselli", tutti di una bruttezza spaventosa se ci pensate bene: le piazze. Che ansia atomica.

venerdì 18 maggio 2012

TRENITALIA - Il marketing che fa scuola.

Attenzione all’ultima campagna di Trenitalia. Nel migliore dei casi contraddittoria e provacatoria. Nel peggiore demenziale (o meglio demente). In un periodo in cui si tenta di difendere il treno come mezzo di locomozione meno inquinante e meno impattante (sicurezza, tempi, inquinamento acustico) rispetto al trasporto su gomma, Trenitalia promuove un'inziativa paradossale: viaggia col treno e vinci un’automobile. Semplicemente geniale. In una sola frase riesce ad essere: studipo, banale, antiecologico, antieuropeo. Così dopo che un passeggero s'è fatto la 500 Trenitalia potrà festeggiare il 100.000.001esimo viaggio con un sedile vuoto.

Il problema è che ci sono agenzie di pubblicità e marketing incapaci o manager aziendali lobotomizzati?

mercoledì 16 maggio 2012

M5 - Quel non so che di Sofia nel 70.

Cari appasssionati, accaniti lettori.
Un po' di mistero, insegnano, è uno stratagemma accattivante per introdurre un nuovo argomento. E i quiz portano sempre il buon umore. Ma questo NO.

Provate comunque a indovinare quale foto ritrae la nuova stazione della metropolitana milanese, l'avveniristica M5?

Purtroppo avete indovinato ma io farò finta di niente. Ciò renderà meno noioso questo breve articolo e forse la mia gastrite non si trasformerà in ulcera.

Sarà forse la stazione razionale ed elegante dove già da lontano si legge il nome della fermata? Sarà forse quella in cui da un secolo domina un allegro e raffinato logotipo stencil? Magari quella dove intuisci facilmente le connessioni con altri mezzi? O quella dove una bella ragazza entra di slancio?

No. Purtroppo sappiamo bene che la nuova M5 quando emerge (ahimè) dal sottosuolo si presenta come l'opera sciagurata di un artista dilettante ipovedente della foto più in basso.

Prego ossrvare la piacevole saracinesca che aspetta solo di essere decorata con un gigantesco 'W la figa' a spray e l'originale trapezio a mo' vivandiera viola (del pane avariato) per arrotolare l'indispensabile blindatura medievale. Si noti che eventuali nani ninja, gatti randagi e alcolisti acrobatici possono infilarsi facilmente attraverso la M o dopo il 5 della scritta M5, anch'essa color melanzana acerba.

Se per il momento vi sembra comunque una struttura tutto sommato innocua, considerate quella bellissima pista di lancio per skaters fatta di bei profilati verdi tipo panchina di un mister di C2. Verrà utile (come si dice da noi) anche per arrampicate di bimbi sfuggiti a genitori intenti a decifrare il corpo 8 del nome della stazione.

Sappiamo tutti che solo uno sciame di meteoriti potrà cancellare questa bestemmia architettonica. Ma questo probabilmente non accadrà. In tutto il mondo a mafia, pennichella e bunga-bunga dovranno aggiungere anche M5 per avvilirci di sacrosanti luoghi comuni.

Vi lascio con un dubbio che mi attanaglia: l'autore del nuovo obiettivo per vandali 'M5' è solo un daltonico provocatore o rimpiange la fashion identity di Joker?

PS: anche la linea 2 ha creato dei mostri. Guardate qui: in questo spiacevole articoletto del Giorno sulla qualità della vita nell'hinterland vi è una significativa foto di Fukush..ehm..della stazione di Assago, capolavoro trash tra le auto in doppia fila che ha sapientemente sostituito la tipica pensilina della metrò di superficie con lo chalet di Polifemo (..un impegno che contribuirà a elevare la qualità della vita dei cittadini e che, in vista di Expo Milano 2015, aumenterà l'attrattività della città di Milano).T

martedì 15 maggio 2012

M^C^O - Chi sta con chi.


La prima fase di M^C^O termina questa mattina, e la cronaca di uno sgombero annunciato è fin troppo chiara per dover essere commentata o descritta nuovamente. Rimane la testimonianza di una sinistra milanese allo sbando e di istituzioni che non sono all'altezza dei propri compiti.

Abbiamo visto consiglieri comunali cambiare diverse volte idea, che se uno legge i loro post sembra che ci abbiano ragionato, ma poi a ben vedere si capisce che prendono ordini dai loro capogruppo. C'è un sindaco, il quale (è giusto ricordarlo) aveva la fidanzata con casa a prezzo calmierato fornita dall'ex sindaco Pillitteri, che parla della necessità di legalità nell'utilizzo degli spazi. Ci sono tanti ragazzi che vedono un sogno infranto, ma andranno avanti lo stesso, senza piste ciclabili e metropolitane il mercoledì notte.

La legge è vostra, e va bene. La Torre Galfa è di Ligresti, e va bene. Il Sindaco non è il Questore, e una rondine non fa primavera.

Il futuro però, è nostro. E anche Milano.


Continuate a permettere agli spacciatori di cocaina l'occupazione di Corso di Como, e ai proprietari di SUV l'occupazione delle seconde file  in via Buonarroti. Continuate anche a permettere gli scempi, legali e illegali, che sono sotto gli occhi di tutti e in questo blog solo parzialmente ed estemporaneamente riportati.

Continuate così, avete tutto l'appoggio di non si capisce bene chi.

giovedì 10 maggio 2012

GANCIO AL VOLTO DA KO - Voglia di impiccarsi a piazzale Loreto.

Chi ha progettato questo scatolotto-pensilina spero sia ripassato/a a vedere il risultato del proprio lavoro. Qualsiasi sia stato l'impegno e l'onere in senso assoluto è certo che il costo per la cittadinanza sia infinito, quanto la bruttezza di questo scempio che chiunque provenga da via Porpora immettendosi nella rotonda di piazzale Loreto si troverà di fronte. Senza scampo.
Che ruolo abbiano quei tuboni in materiale mettallico lucente non è chiaro. Forse servono per le utenze, da tenere all'esterno del prezioso gabbiotto (vuoto, polveroso e usato come bacheca per annuncio di vendita/fitto box.). Sarebbe questa una grande citazione, con la differenza che al Centre Pompidou lo spazio che si riesce a recuperare spostando le utenze è molto e ha uno scopo nobile, qui invece la struttura vera (un parcheggio) è nascosta nel sottosuolo e il gabbiotto, appunto vuoto, polveroso e usato come bacheca per annuncio di vendita/fitto box. Ma rimane il dubbio (leggittimo) che i tubi siano addirittura un "di più" estetico, data la scelta del materiale.
SPIEGONE PER IL PROGETTISTA: se usi un materiale con poca resistenza, tipo queste lastre lucide, gli dai forma cilindrica, con diametro di 40cm ed altezza due-metri-e-qualcosa da terra, le metti in batterie da 4 e le piazzi in una zona non troppo ben frequentata è un attimo che passi un gruppo di ragazzini col testosterone a livelli atomici e provi l'ultimo esercizio imparato al corso di Thai Boxe (nobilissima arte).

E di colpo pensi alla Buonanima...ché penzolando a testa in giù magari risulterebbe meglio!

martedì 8 maggio 2012

STAY URBAN #3 - Macao, che sogno.

Quello che sta succendo a Milano, alla Torre Galfa di via Galvani è un evento che fa commuovere, da quanto è bello e da quanto faccia sognare. E se è un sogno, non vogliamo svegliarci. Un gruppo di ragazzi che occupa una Torre inutilizzata, che ingombra con la sua inoperosità non solo spazio vitale, ma anche le menti di chi non ha spazi e li vorrebbe e, di colpo ridà vita alla città che è stata di Boccioni, Pelizza da Volpedo, (due) Manzoni, Munari, Morandi, Fontana, Pomodoro, Ponti, Leonardo, e quanti altri ancora...e che appariva da anni in declino culturale continuo. E allora diciamo che MACAO, con i suoi giovani impegnati ad condividere le proprie capacità per costruire qualcosa di nuovo è la cosa più bella dell'ultimo periodo! E nel voler mostrare anche gli esempi di buon comportamento, credendo nella capacità maieutica della testimonianza, non potevamo esimerci dal dedicare un post a MACAO, il sogno.

PS: giriamo anche noi l'invito dei ragazzi della Torre, partecipate ai tavoli, portate strumenti ed esperienza, non abbiate paura, o adesso o mai più.

lunedì 7 maggio 2012

STAY URBAN #2 - Smart parking.

L'irragionevole bruttezza e il sacrificio di alberi, verde e spazi pubblici ci hanno abituati a pensare che un parcheggio interrato debba essere obbligatoriamente una emerita schifezza (come quello di piazza Gramsci per esempio). E invece no.
Quello all'incrocio tra via Pallavicino e via Rossetti è la testimonianza di un progetto intelligente.
Attenzione però, in Italia un buon risultato non può che essere un parto lungo e doloroso. Normalmente una qualsiasi opera (potremmo dire pubblica ma questi parcheggi non sono pubblici, sono box) deve partire con un imbroglio o con un sacrificio imposto ai cittadini. Inizialmente l'idea fu di molestare tutti gli abitanti della zona per dare vantaggio alla sola impresa costruttrice.

Con l'avvallo del comune la prima mossa geniale fu di piazzarlo proprio sotto al parco di via Pallavicino (zona blu della foto). Tantissime le proteste ed anche l'occupazione del suolo da parte di pochi ma determinati cittadini in contrapposizione alla falsa idea di progresso che, tra tutte le opzioni, sceglie sempre quella che massimizza il profitto.

In poche parole dopo lunghi mesi di lotta si preferì l'unica soluzione ragionevole se non addirittura banale: il posto giusto per la rimessa delle auto che circolano sulla carreggiata è la strada stessa..ma sotto (zona gialla nella foto, cliccate per ingrandire).

Nelle foto: mezzeria della strada con prese d'aria per arezione, l'apertura sull'esterno e un primo piano su un dettaglio architettonico: un parcheggio può anche non essere brutto bensì valorizzare il territorio.

PS: si noti come a dispetto di un buon risultato, successivamente qualche tenace fan dello stile Famagosta ha pensato bene di dipingere delle belle righe celesti, stile casello autostradale. Gli ottusi hanno sempre bisogno di ridurre e semplificare tracciando linee e barriere per ordinare la complessità dello spazio. Almeno un writer scrive storto.



giovedì 3 maggio 2012

STAY URBAN #1 - Flower bomb.

Se doveste fare la vostra classifica degli oggetti più inutili cosa scegliereste?! Sinceramente non so: probabilmente le bomboniere e i souvenir (a parte i magneti) avrebbero un posto in cima alla lista. Eppure, in quanto simulacri di ricordi di momenti più o meno felici, questi oggetti potrebbero avere ancora un senso...ma c'è una cosa che davvero non ha più ragion d'essere nella mia vita: le Pagine Gialle.

Ogni anno, da circa dieci anni, spero di non vederle più comparire nell'androne di casa, a ricordare come sia dura questa vita e il suo travaglio, che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia [cit.]. Mamma mia, come li odio quei volumi nuovi fuori e vecchi dentro, che rimangono lì finché l'addetto delle pulizie non li butti via, per un riciclo che fa ridere, pensando al costo ambientale di produzione e distribuzione.

Quest'anno però, cercando di fare la pace con le Pagine Gialle e riprendendo gli antichi consigli di un amico adepto del Guerrilla Gardening, ho trovato un utilizzo che vorrei proporvi come consiglio per una vita migliore. Si tratta di costruire delle innocentissime bombe di fiori!

Materiale necessario:
- Le inutili PAGINE GIALLE

- Del terriccio e semi misti

Dopodiché bastano due passaggi:
- Mischia tutto, bastano 6/7 semi e una presa di terriccio

- Chiudi il cartoccio ed ecco la bomba di fiori!


Ora quello che "manca" è bagnarla e trovare un luogo dove lanciare la vostra bomba per farlo rifiorire. Ce ne sono migliaia, l'unico vero requisito per la scelta è che "possano essere abbelliti". In un cantiere abbandonato, un'area industriale dismessa o un parcheggio cementificato possiamo creare delle piccole macchie verdi. Nelle fioriere dei bar abbandonate, nelle aiuole dei benzinai col pitosforo asfittico, in quella terra di nessuno che è il bordo strada della Paullese, ma anche nei vasi del vostro balcone...provate a lanciare/interrare una bomba di fiori, sarà liberatorio!

PLEASE STAY URBAN!

PS: per chi avesse notato la citazione e per te, Vittorio, non c'è nessuna presa in giro. R.I.P.

mercoledì 2 maggio 2012

MM3 DERGANO - L'area giochi della merda.

Parafrasando una persona non degna di stima come Goebbels: "quando vedo queste cose, metto mano alla pistola".
Non più di un anno fa veniva aperta la fermata della metro Dergano; per chi non lo sapesse, siamo in via Imbonati, periferia Nord di Milano. A metà strada  tra Bovisa e ciò che viene spesso considerato un inferno di immigrazione; in realtà un luogo popolato da tanti italiani e molti stranieri, ma non peggiore di altri. Lo so perché ci vivo, serenamente peraltro.
La pistola (metaforica, sia chiaro) però è sempre pronta. Uno attende l'apertura della nuova metropolitana con passione e quando finalmente ce l'ha di fronte...SBAM! Compare l'area giochi: no alberi, no fontanelle, no panchine per genitori, solo "coloratissimi" scivoli e una soffice pavimentazione in materiale plastico polimerico.
Ora, vorrei chiarire al genio della progettazione che sta dietro tutto questo che: anche se te lo puoi segnare nel Piano Regolatore come parchetto per bambini, nella realtà questa è merda!
E sai cosa ce lo dice?
  1. i lampioni non darranno mai ombra, ma impediscono che ci siano di notte storie losche;
  2. un muretto-tutto-attorno non sostituisce le nostre bellissime panchine verdi;
  3. senz'acqua non c'è vita;
  4. da quella specie di scheletro post-apocalittico che si vede in sfondo sono stati palesemente rimossi dei pannelli di amianto, attività che immaginiamo abbia sforato il budget per il suo completo abbattimento
Come a piazza Gramsci, anche qua arriva il degrado e rimane il senso di vuoto.

PS: un'altra cosa notavo, un tempo Milano era solita adottare elementi di arredo urbano belli e funzionali nella loro semplicità (come le fontanelle-drago e le panchine citate). Com'è possibile che in questi anni abbiamo scelto per tutti i parchetti i giochi di quest'azienda?! Sembrano i chioschi gelato dell'Algida, la stessa azienda che non produce più il Winner Taco!!!

martedì 1 maggio 2012

SPRECO CUBE - Palettopoli.

Talvolta è si devono mettere dei paletti.
Non è solo una metafora linguistica. A volte è necessario proteggere un'area per evitare situazioni rischiose, scoraggiare il parcheggio, proteggere la visuale di un incrocio. Ma questa foto (cliccate per ingrandire) indica che bisogna mettere dei paletti ai paletti. Il dubbio: davanti a tanta tracotante inutilità (ed esborso economico), non ci sarebbero gli estremi per una denuncia di dilapidazione di risorse pubbliche?

Tra l'altro via Elba è un buon esempio di sperimentazione per la sicurezza stradale, con catarifrangenti, rotonde francesi, strisce pedonali illuminate. Ma l'impegno ad avere strade 'europee' viene ridotto a buffonata perché qualcuno c'ha abbondantemente inzuppato il pane (42 paletti inox!)